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domenica 9 giugno 2013

USA, così il governo spia gli utenti di Facebook, Google e Microsoft

fonte: Zeus News

Google, Facebook, Microsoft, Apple, Yahoo e altri colossi del web avrebbero consegnato le chiavi dei server coi dati degli utenti all'amministrazione Obama.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-06-2013]
george w obama
Il fotomontaggio dell'Huffington Post in cui George W Bush è stato "fuso" con Barack Obama. (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)
Il governo americano ha accesso ai server di nove giganti di Internet, tra cui Google, Facebook, Microsoft, Apple , Skype e Yahoo.
A sostenerlo è il Washington Post con la pubblicazione di una serie di slide che stanno mettendo in serio imbarazzo sia l'amministrazione Obama che le aziende coinvolte.
Meno di un mese fa, un ex agente dell'FBI aveva sostenuto che ogni comunicazione, negli USA, viene registrata per scopi che riguardano la sicurezza nazionale.
Le affermazioni, fatte durante un'intervista alla CNN dopo gli attentati alla maratona di Boston, aveva suscitato reazioni contrastanti: qualcuno l'aveva etichettata semplicemente come una farneticazione, qualcun altro aveva trovato conferma di quanto aveva sempre sospettato.

Ora la situazione si fa più seria. Ad aprire le danze, appena ieri, è stato il Guardian, rivelando che a Verizon - un operatore telefonico e provider tra i più importanti sul suolo americano - è stato ordinato di fornire per tre mesi alla National Security Agency l'accesso a tutti i dati sulle telefonata che gestisce.
A confermare la notizia, il Guardian ha pubblicato una copia dell'ordine, emesso da un tribunale riservato, la Foreign Intelligence Surveillance Court. L'obiettivo - come specificato da fonti anonime della Casa Bianca - sarebbe «proteggere la nazione dalle minacce terroristiche» tramite i metadati così raccolti (numeri di telefono chiamati, durata e via di seguito): l'ordine non contempla la registrazione delle telefonate.
Tale situazione, che ha già fatto preoccupare le associazioni dei diritti civili, viene a peggiorare con le rivelazioni fatte dal Washington Post e di cui parlavamo all'inizio.
prism slide 1

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Nel dettaglio, pare che a partire dal 2007 l'amministrazione americana si sia dotata di un programma - chiamato Prism e sviluppato insieme a Microsoft - che le permette di estrarre «massicci quantitativi di dati compresi audio, video, foto, email, documenti e connessioni» dai «server centrali di nove grandi società Internet USA» cui ha «accesso diretto».
Un'affermazione del genere fa decisamente scomparire lo scandalo Verizon e getta una luce sinistra sul governo Obama che, come ha scritto il comitato editoriale del New York Times (finora generalmente un sostenitore dell'amministrazione), «ha perso ogni credibilità» ed è già stato paragonato a quello di George W. Bush, finora considerato il peggiore nel campo della violazione della privacy dei cittadini.
Per il giornale si tratta di un «abuso di potere che richiede spiegazioni vere» e non le «solite banalità usate ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell'uso dei propri poteri».
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L'elenco completo delle aziende comprende: Microsoft (con i suoi servizi di posta, come Hotmail e il suo attuale successore, Outlook), Google, Yahoo, Facebook, PalTalk, YouTube, Skype, AOL e Apple.
L'apparizione dell'articolo sul Washington Post ha scatenato la reazione immediata di quasi tutte le aziende che sarebbero coinvolte (e che sarebbero entrate a far parte della cosa in anni successivi), le quali si sono affrettate a smentire tutto quanto.
Microsoft ha dichiarato di non aver mai partecipato a niente del genere e di aver risposto unicamente «a ordini per richieste su specifici account»; Google ha smentito muovendosi nella stessa linea di Microsoft; Facebook ha negato l'esistenza di un accesso diretto da parte del governo americano e ha riferito che «chiunque lo richiedesse avrebbe bisogno di un'ordinanza del tribunale».
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Yahoo, invece, ha spiegato che «prendiamo molto sul serio la privacy degli utenti; non forniamo al governo accesso diretto ai nostri server, sistemi o reti».
Apple è caduta dalle nuvole: ha affermato di non avere nemmeno idea di che cosa sia Prism e ribadito che nessuna agenzia governativa ha accesso ai suoi server.
Quanto alla Casa Bianca, nessuna dichiarazione ufficiale è ancora pervenuta. Una fonte anonima ha cercato, per quanto possibile, di ridimensionare la questione, affermando che è vero che Prism permette alle agenzie di intelligence di accedere ai dati degli account registrati presso le maggiori aziende che operano in Internet, ma solo a quelli sottoscritti da utenti non americani o che risiedono al di fuori degli Stati Uniti: non sarebbero quindi gli statunitensi a doversi preoccupare; saremmo noi.
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Per la NSA, che nella tarda serata di ieri ha rilasciato una nota ufficiale, ormai la frittata è fatta e non c'è ragione di nascondere l'esistenza di Prism ma «le informazioni raccolte grazie a questo programma sono tra le più importanti informazioni di intelligence ottenute e vengono usate per proteggere la nostra nazione da una grande varietà di minacce. La diffusione non autorizzata di informazioni su questo programma importante e interamente legale mette a rischio tutele essenziali per la sicurezza degli americani».