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giovedì 27 ottobre 2011

Eurogendfor, Polizia della crisi? Lo dice la legge.

Visto che l'argomento tanto vi appassiona, e che in Rete non si esaurisce il dibattito su questa fantomatica Eurogendfor che starebbe bastonando i rivoltosi greci, vediamo di capirne un po' di più.
La vox populi del momento vuole che Eurogendfor (già ribattezzata dagli spiritosi Eurotransgender) sia una forza di Polizia antisommossa promossa da vari Stati europei e impiegabile sugli scenari di rivolta o protesta nei Paesi membri o terzi, quali la Grecia.
Cosa è Eurogendfor ce lo dice in primis il governo italiano. Sarebbe una forza di Polizia militare istituita nel 2004, da impiegare in zone di crisi e di guerra, oppure dove le forze militari hanno appena lasciato il campo ad un nuovo governo dopo un conflitto. Operazioni nell'ambito della dichiarazione di Petersberg, uno dei soliti mille misteriosi trattati, che prevede  

venerdì 21 ottobre 2011

La rete di imprese che governa il mondo

La scienza dà ragione agli Indignati: le aziende più potenti sono poche e super-connesse, per questo l’economia è al collasso: meno dell’1% di queste controlla il 40% del potere

DA:
daily.wired.it

 Tutti abbiamo ancora davanti gli occhi gli scontri avvenuti a Roma durante la manifestazione degli Indignati, lo scorso sabato. Una drammatica pagina di cronaca che ha relegato in secondo piano le motivazioni della protesta: gli Indignados scendono in strada in tutto il mondo per denunciare lo strapotere di un pugno di corporazioni, colpevoli, secondo loro, di aver portato l’ economia al collasso. Per questo chiedono nuove idee, nuove regole, nuovi criteri di distribuzione della ricchezza. Hanno ragione? A quanto pare sì, e questa volta a dirlo non sono politici, sociologi o economisti, ma scienziati.

In uno studio, che verrà presto pubblicato sulle pagine della rivista PLoS One, un gruppo di ricercatori dello Swiss Federal Institute of Technology ha analizzato la complessa rete di rapporti che lega migliaia di multinazionali. E ha scoperto che, tra queste, appena 147 (soprattutto banche) detengono il 40% del potere economico globale. Quindi, alla fine dei conti, le paure degli Indignados non sembrerebbero poi così campate in aria, al di là di qualsiasi semplificazione ideologica.

" La realtà è molto complessa -  ha detto a New Scientist James Glattfelder, uno degli autori dello studio -  e dobbiamo liberarci dai condizionamenti ideologici, siano teorie di cospirazione o di libero mercato. La nostra analisi è basata su dati concreti”. In effetti, i ricercatori svizzeri hanno raccolto informazioni su migliaia di multinazionali analizzando i dati con modelli matematici normalmente applicati allo studio del mondo naturale. Così facendo, sono riusciti a mappare l’intricata rete di connessioni (chi possiede chi e in quale misura) che lega tra loro corporazioni di tutto il mondo, scoprendo che a far girare l’economia sono davvero in pochi.

Mantra del sollevarsi (15 Ottobre e dintorni)

Martedì 18 Ottobre 2011 10:44 Franco Berardi Bifo
Il 15 febbraio del 2003 centomilioni di persone sfilarono nelle strade del mondo per chiedere la pace, per chiedere che la guerra contro l’Iraq non devastasse definitivamente la faccia del mondo. Il giorno dopo il presidente Bush disse che nulla gli importava di tutta quella gente (I don’t need a focus group) e la guerra cominciò. Con quali esiti sappiamo.
Dopo quella data il movimento si dissolse, perché era un movimento etico, il movimento delle persone per bene che nel mondo rifiutavano la violenza della globalizzazione capitalistica e la violenza della guerra. Il 15 Ottobre in larga parte del mondo è sceso in piazza un movimento similmente ampio. Coloro che dirigono gli organismi che stanno affamando le popolazioni (come la BCE) sorridono nervosamente e dicono che sono d’accordo con chi è arrabbiato con la crisi purché lo dica educatamente. Hanno paura, perché sanno che questo movimento non smobiliterà, per la semplice ragione che la sollevazione non ha soltanto motivazioni etiche o ideologiche, ma si fonda sulla materialità di una condizione di precarietà, di sfruttamento, di immiserimento crescente. E di rabbia.

sabato 15 ottobre 2011

Occupy Wall Street e l’ “Autunno Americano”: è una “Rivoluzione Colorata”?

14 ottobre 2011 

di: Michel Chossudovsky

C’è un movimento di protesta popolare che si sta dispiegando in tutta l’America, comprendente persone di ogni ceto sociale, di tutte le età, consapevoli della necessità di un cambiamento sociale e impegnati a invertire la marea.
La base di questo movimento rappresenta una risposta all’ “agenda di Wall Street” di frodi finanziarie e  manipolazione, servite per innescare la disoccupazione e la povertà in tutto il paese.
Questo movimento costituisce, nella sua forma attuale, uno strumento di riforma significativa e di cambiamento sociale in America?
Qual è la struttura organizzativa del movimento? Chi sono i suoi principali artefici?
Il movimento o segmenti all’interno di esso sono stati cooptati?
Questa è una questione importante, che deve essere affrontata da coloro che fanno parte del Movimento Occupy Wall Street così come da coloro che, in tutta l’America, sostengono la democrazia reale.
Introduzione
Storicamente, i movimenti sociali progressisti sono stati infiltrati, i loro leader cooptati e manipolati, attraverso il finanziamento di organizzazioni non governative, sindacati e partiti politici. Lo scopo ultimo del ”finanziamento del dissenso” è quello di impedire al movimento di protesta di sfidare la legittimità dell’ elite di Wall Street: