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domenica 12 giugno 2011

Così Parigi ha messo alla porta i privati "E ora abbasseremo le tariffe idriche"

La rivoluzione dei socialisti dopo 24 anni. Dal vicesindaco Le Strat appello agli italiani: serve un doppio sì al referendum

Così Parigi ha messo alla porta i privati "E ora abbasseremo le tariffe idriche"

Malagestione e scandali: le bollette alla fine erano cresciute del 260 per cento. Le aziende non reinvestivano i loro guadagni per migliorare il servizio

PARIGI - Acqua privata, andata e ritorno. Viaggio nel tempo della privatizzazione di una rete idrica: vedi alla voce Parigi. Nel 1984 la capitale francese è stata tra le prime in Europa a dare in appalto il servizio. E adesso è considerata pioniera nella difesa del pubblico. Malgestione, accuse di corruzione, scarsa manutenzione e infrastrutture che cadono a pezzi, tariffe che in venticinque anni sono aumentate del 260%. «Ci è sembrato doveroso offrire a tutti i cittadini un bene primario come l´acqua potabile alla migliore qualità e minor costo possibile» sintetizza Anne Le Strat, socialista, 43 anni, vicesindaco di Parigi. Dal gennaio 2010 presiede la nuova compagnia "Eau de Paris" che ha riunificato sotto l´egida del Comune l´intera filiera idrica locale, con 861 dipendenti e un patrimonio stimato a 5 miliardi di euro. Sul referendum di domani ha le idee chiare. «Serve un doppio sì» commenta Le Strat che è anche presidente del consorzio europeo Aqua Publica ed è venuta qualche giorno fa in Italia per partecipare alla mobilitazione.

La battaglia contro la privatizzazione dell´acqua è partita anni fa proprio in Francia, dove hanno sede alcuni dei giganti mondiali del settore come Veolia e Suez, presenti anche sul mercato italiano. «Da noi le privatizzazioni sono andate molto avanti, ormai 70% della rete idrica nazionale è in appalto. Ma la controtendenza è cominciata» assicura Le Strat. La marcia indietro di Parigi è stato un segnale forte. L´allora sindaco Jacques Chirac aveva spartito la città. La rive droite a Veolia, la rive gauche a Suez. Dal 1987 si era aggiunto un terzo operatore, Sagep, che in teoria avrebbe dovuto controllare i distributori privati. In pratica, l´ente misto era partecipato dalle stesse imprese. «Era un assetto illogico, che disperdeva le competenze, le responsabilità, e non garantiva trasparenza» ricorda Le Strat. Sulla manutenzione, spiega, c´erano molte disfunzioni. «I privati non reinvestivano i loro guadagni per migliorare il servizio. Intanto, tutti i grandi lavori su acquedotti o infrastrutture continuavano a gravare sulle casse pubbliche».

Con l´elezione del socialista Bertrand Delanoe è arrivata la "rivoluzione blu". Fuori le multinazionali dell´acqua, avanti il nuovo ente pubblico. «Abbiamo dimostrato che il privato non è più efficiente del pubblico e che, a parità di prezzo, siamo almeno allo stesso livello di qualità». Le Strat smentisce l´idea che rimunicipalizzare il servizio idrico abbia pesato sulle casse del comune. Nel primo anno, "Eau de Paris" ha anzi realizzato un risparmio stimato a 35 milioni di euro rispetto alla gestione privata. Delanoe aveva promesso ai 3,3 milioni di consumatori parigini di mantenere le tariffe bloccate fino al 2014. «Ma i nostri risultati operativi sono stati talmente buoni che dal 1 luglio potremo già abbassare le tariffe dell´8%». Le Strat ricorda con qualche ironia il momento in cui gli operatori privati hanno capito che non sarebbero più stati i padroni del ricco mercato parigino dopo un quarto di secolo. «Erano scioccati dalla nostra decisione, ci hanno fatto molte pressioni».

ANAIS GINORI

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